giovedì 18 settembre 2014

Awakening

Ho letto una frase di Chopra in giro e diceva più o meno così: "qualsiasi relazione hai attratto nella tua vita in questo momento, è precisamente quella di cui hai bisogno adesso. C'è un significato nascosto dietro ogni evento, e questo significato nascosto è servire la nostra evoluzione personale".
E io, allora? Il fatto che mi piaccia stare da sola, forse troppo, e che speri solamente in qualcosa di fisico, che non vada a toccare il sentimento che significa? Non sto aiutando la mia evoluzione o forse è il contrario? 
Sono disillusa e pretenziosa. Sono a quel punto della vita in cui tutto ciò che hai intorno non deve essere modificato perché è perfetto così: sono perfette le persone che ho scelto di avere accanto, è perfetto lo sport che ho iniziato, sono perfette le mie ambizioni e i miei obiettivi, i miei lavori, i miei studi.
Mi sento, dal punto di vista personale, indipendente. Perspicace anche, quando mi rendo conto che qualcosa non funziona ed è meglio lasciarla indietro.
Non mi faccio più mettere i piedi in testa dal mio istinto, da una voglia momentanea... ho capito che è meglio, prima di dire o fare qualsiasi cosa pensare 'mi farà bene?', e agire di conseguenza.
A volte capita di lasciarmi andare e chiudere gli occhi a cose piuttosto palesi.. ma per fortuna ritorno sempre in me, e non dipendo da nessuno. Voglio bene, mi affeziono.. ma non dipendo più, non mi faccio più prendere in giro. C'è una linea sottile che separa il compromesso dalla perdita di dignità ed io ho imparato dove sta questo limite, ho capito come dovrebbero essere le cose, perché a lungo le ho guardate nel modo sbagliato, forse anche condizionata da chi avevo intorno e non mi faceva del bene.

Robin Williams diceva che spesso pensiamo che la cosa più dolorosa sia rimanere soli, ma in realtà la peggiore è quella di finire con persone che ci fanno sentire soli.
E se la mia solitudine vale tanto, anche la mia compagnia dev'essere tale.. ho una voglia matta di condividere, di confrontarmi, di provare cose nuove e vedere nuovi posti.
E mi rende fiera essermi costruita faticosamente una vita in cui se mi viene in mente qualcosa da fare, so già esattamente chi chiamare per farlo, ma soprattutto mi rende fiera l'essermi resa conto dei grandi passi che ho fatto già in un anno, sapendo quanti ancora dovrò farne. Ma non sono spaventata, sono felice.
Guardo le persone che mi stanno più a cuore, che mi sono vicine da molti anni e le ringrazio, per non aver avuto timore di tirare fuori il meglio di me, di avermi sostanzialmente aiutata a diventare quella che sono adesso, di avermi dato il coraggio di abbandonare situazioni dolorose e persone non meritevoli, e avermi dato il via per farlo senza nessun dolore o rimpianto, cosa che credevo impossibile; per avermi fatto capire come dev'essere un rapporto e aver guidato i miei occhi in direzioni che non conoscevo, facendomi scoprire parti di me che non sapevo di poter avere.
E grazie a me, soprattutto, perché la forza di migliorare e reagire parte sempre da noi stessi, per far vedere a noi stessi che siamo di più, molto di più delle nostre debolezze e mancanze.
Grazie per aver preso decisioni che sembravano terribilmente tristi sul momento ma che poi, a distanza di mesi, sono state la cosa migliore; per avere avuto il coraggio di sforzarmi a pensarla in modo diverso perché il modo in cui pensavo era sbagliato, per essermi messa alla prova e per aver imparato a volermi bene, così tanto bene da non aver più bisogno di nessuno se non di me stessa e di amare solo chi, quotidianamente, mi arricchisce.