giovedì 22 gennaio 2015

Passi avanti

Una volta io ed E. eravamo seduti su una panchina in piazza, stavamo fumando l'ultima sigaretta... parlavamo del mio passato e lui si era preso una di quelle sue pause per riflettere, dove annuisce lasciando uscire lentamente il fumo. Poi si volta, mi guarda e mi dice che sono semplicemente una persona a cui sono capitate delle cose brutte troppo presto, e che ciò che mi ha ferita e segnata è stato il non avere avuto gli strumenti per affrontarli.
A distanza di qualche mese ripenso a questa frase, e credo che sia così giusta, che nelle situazioni di stress e di infelicità gli strumenti giusti dobbiamo crearceli noi stessi per salvarci, perché se ci lasciamo travolgere dalle emozioni negative si finisce per rimanere intrappolati nell'acqua alta, perché a volte non basta attendere che la marea si abbassi ma bisogna imparare a nuotare e raggiungere la riva...

Ma non mi considero una persona forte, o meglio, non nel senso specifico del termine... Sono una persona spaventata, diciamo così, che non si getta più nelle cose senza pensare, che non agisce mai senza rifletterci prima dieci volte, a cui capita talvolta di confondersi ma sempre per poco tempo e sempre più raramente...
Ma sono più felice ad essere così. Preferisco essere razionale piuttosto che abbandonarmi all'istinto, preferisco la lucidità all'immaginazione, la realtà ai sogni e alle fantasie... perché le persone non sono idee, ma sono qualcosa che cambia continuamente e che non sarà mai al 100% come lo vogliamo, non sarà mai plasmabile, non sarà mai totalmente nostro...
ma a me questo adesso piace, mentre prima mi terrorizzava.
Avevo paura di perdere quello che avevo solo perché mi mancava qualcosa da me stessa, e credevo di colmare quel vuoto con gli altri. Mi dicevo che se mi comportavo in un certo modo era solo la conseguenza al comportamento di chi avevo davanti, che la colpa non era mia. Che se mi abbassavo al suo livello era colpa sua, se invece mi elevavo era merito suo. Io non c'ero mai, io non mi dovevo niente, io ero solo una comparsa. E allora mi gettavo fra le braccia di chi era in grado di farmi sentire protagonista, senza capire che se per prima io non riuscivo a vedermi tale neanche gli altri lo avrebbero mai fatto, perché le persone sono sempre uno specchio di ciò che abbiamo dentro.

Due anni sono passati e adesso mi sento sempre positiva, certo nella vita ci sono alti e bassi ma se si vuole si superano sempre con volontà ed impegno, ed io ho imparato a volermi veramente bene e rispettarmi, non accontentarmi mai, a riconoscere quello che merito e il riflesso di come mi sento lo proietto anche agli altri, che non ho più paura di perdere...
Quello che conta non ci lascia mai, dicevano in Mine Vaganti. Ho dovuto impararlo con molto dispiacere, ma anche quando siamo convinti che ciò che stiamo perdendo ci è indispensabile, non lo è mai. Bisogna riuscire a capirlo, e io l'ho capito... perdere le persone a cui voglio bene continuerà sempre a ferirmi, perché sono umana, ma da un po' di tempo ho trovato una vera amica che c'è sempre per me, che riesce a farmi sorridere in qualsiasi circostanza, che mi sostiene e crede in me. Un'amica che sa bene di cosa sono capace, e non vuol mai vedermi perdere tempo e sprecare il mio potenziale...quell'amica sono io
E in fondo non si perde mai nessuno che ha avuto realmente significato.. Chi ha contato conta sempre, è questa la differenza fra amare davvero e amare quando fa comodo.
E questa è un'altra cosa che ho imparato: se vuoi davveroi bene a te stessa, sei capace di distinguere questi due tipi di bene, e non solo non ferisci gli altri, ma non dici più bugie a te stesso. So bene chi conta nella mia vita e quali sono le persone che farebbero la differenza se non ci fossero... ma non ne dipendo, forse è per questo che so di volergli davvero bene: sapere che, se decidessero di andarsene continuerei a volere il meglio per loro, a proteggerli da lontano senza mai augurargli alcun male..
E in ogni caso, ho sempre quell'amica che non mi fa mai sentire sola.
Non ho intenzione di lasciarmi più... per nessuno. 

 

sabato 10 gennaio 2015

Pioggia

Avete presente tutti quei buoni propositi che si fanno ogni anno sperando di realizzarne qualcuno? Questa volta non non ho fatto alcuna lista, nessuna scaletta mentale, nessun foglio.. ho immaginato fosse meglio cambiare un po' le cose, cominciare a dire "sì" alle cose che mi spaventavano, di cui avevo vergogna, di iniziare a ballare o a parlare come se fossi da sola senza avere timore di chi mi sta intorno...
Il mio primo passo è stato iniziare canto.. sono entrata in quella saletta con quella ragazza dolcissima che ha saputo fare bene il suo lavoro e farmi sentire a mio agio, ed è stato bello. Quando sono tornata a casa stavo cantando e ho continuato a cantare finché non mi sono addormentata, ero euforica e felice, ero riuscita ad oltrepassare saltando quello che per me era sempre stato un ostacolo insormontabile e qualcosa che non avrei mai e poi mai fatto.
Allora ho capito che cantare mi rende felice come mi rende felice scrivere. Sono due cose che fai per te stessa e che possono estendersi anche agli altri, ma che principalmente vivi e senti tu e basta. Puoi scrivere un testo su qualcosa di molto personale e le persone si limiterebbero ad appiccicarlo alle proprie esperienze e giudicarlo con il loro metro di giudizio, così come puoi cantare una canzone che per quanto possa essere bella, sai solo tu qual è il suo valore, per chi stai intonando quelle parole.. il bello della musica è che per ognuno ha diverso significato, tanti si dedicano la stessa canzone ma in modo diverso, perché ogni individuo è unico, sia in bene che in male.

Una mia amica mi ha detto che le persone sono come porte: in alcune ci trovi un clima inadatto alle tue necessità, in altre stai bene ma non troppo, e poi c'è quella che conduce in un luogo nel quale ti senti a casa, nonostante sia un luogo un po' spoglio e inospitale.
Ti innamori degli sbalzi di temperatura, delle tempeste, delle piogge.. continui a stare lì nonostante ti faccia continuamente ammalare, perché è un posto che senti profondamente tuo. Allora nel frattempo trascuri la tua di porta, dove i fiori appassiscono, l'erba si allunga e diventi tu stessa inospitale perché troppo occupata a controllare che le tempeste del tuo luogo non lo distruggano e non ti lascino senza un posto nel quale sentirti a casa.
Ma alcune porte sono in realtà solamente dei tombini travestiti da portali meravigliosi, e altre sono portali meravigliosi che si sentono dei tombini ma che contengono meraviglie al loro interno di cui non si accorgono perché sepolte da erba alta e fango.
Per me quest'anno è stato importante perché sono riuscita a chiudere quella porta che mi faceva sentire a casa.
Non c'è bisogno di dire che in realtà fosse un tombino, o peggio: un misero nascondiglio per topi. Ho speso così tanto tempo, energie ed amore in un luogo troppo piccolo per me, dove riuscivo ad entrare ma con fatica e con sforzo ma che a malapena poteva contenere una mia gamba... e ho cercato di allargarlo, di tenerlo pulito e di proteggerlo dalle intemperie, ma non ci sono riuscita, era come tentare di proteggere un vulcano dall'eruzione.. è nella sua natura, non puoi impedirlo e non c'è amore che tenga quando in un luogo può solo piovere e tu sei fatta per il sole.
Ma quando te ne vai da certe persone c'è sempre la musica a ricordartele. Quella canzone speciale che di notte, quando ti addormenti ti suona in testa e con essa tutte le cose belle, le cose buone e insostituibili che facevano di quella persona la persona che amavi e di cui avevi cura, perché quando si tiene a qualcosa la si protegge sempre fino allo stremo delle forze e anche quando si arriva a finirsi, si è capaci di reinventarsi un nuovo mondo al solo scopo di regalarglielo, perché ci si rifugi dentro e non possa farsi male.
E chiudendo gli occhi solo quella canzone sarà capace di far voltare il tuo cuore, che forse ha lasciato lì, in quel luogo, qualcosa di sè che non gli tornerà più indietro.

Con il tempo ho sistemato la mia porta e resa così ospitale da diventare me stessa la mia casa, il mio posto sicuro e speciale. E camminando al suo interno ho trovato una porticina segreta e nascosta che non avevo mai visto prima, che conduce in un luogo che di casa profuma davvero perché mi sento capita, mi sento tranquilla, non mi sento in dovere di occuparmene ma posso stendermi sul suo prato e godermi quel calore, perché anche quel luogo ha tanto faticato a costruirsi e rendersi bello, tanto da farmi aprire gli occhi e farmi domandare come mai io avessi perso così tanto tempo ad asciugare la pioggia, quando è il sole l'unica cosa capace di far calmare il mio cuore. E allora me ne sto lì, certa che potrebbe arrivare qualche pioggia ma anche sicura di poterla gestire.
Non ho più bisogno di affanni, non devo correre, qui posso essere me stessa e respirare a pieni polmoni questo clima mite...e non ho più bisogno di valigie, perché so che se andasse male questo posto, questa persona sarà sempre qui ad accogliermi, non mi caccerà mai via, non mi renderà la vita triste o difficile. 

Casa...sì, casa è proprio il luogo dove lasci il cuore, certa che lo ritroverai intatto.