sabato 30 maggio 2015

Bella

La guardavo e non sapevo cosa dire.
Ci sono persone talmente belle, talmente uniche e splendide che dovresti inventare una nuova parola per descriverle, perché quelle già esistenti sarebbero comunque troppo banali; fosse anche stata la parola meno conosciuta ed usata, per lei si sarebbe rivelata  ugualmente convenzionale.
Volevo dirle così tante cose, ma non mi usciva nemmeno una parola. La guardavo in silenzio, sentendo crescere in me qualcosa di così dolce e forte da non saperlo comprendere né in alcun modo controllare...Sapevo che una sola parola da parte mia avrebbe potuto cambiarle la vita, eppure non era il momento, per lei avrei dovuto usare una parola perfetta, nuova e illibata e lei era abituata al mio silenzio, non aveva mai preteso nulla da me, non mi aveva mai chiesto niente, era anche per questo che le volevo bene più di chiunque altro. Eppure non sapevo come farglielo capire, non sapevo come mostrarglielo...qualsiasi cosa avessi detto, seppur bellissima, sarebbe stata meno bella di lei e questo non potevo permetterlo. Meritava di più, nessuno meglio di me lo sapeva.
La guardavo, ogni giorno, e non sapevo cosa dire.
Sotto tutto quel trucco, quei capelli colorati e quei vestiti sbagliati solo io riuscivo a vedere quella che era davvero: una bambina insicura che vuole solo essere presa per mano e capita. Avrei voluto prestarle i miei occhi, così avrebbe visto quant'era bella.
Era bella quando impiegava un'ora a truccarsi per qualcuno che non le avrebbe fatto neanche un complimento, così come era bella quando una sala intera la guardava e lei abbassava lo sguardo, perché non era abituata a tante attenzioni tutte insieme.
Era bella nelle piccole attenzioni che regalava agli altri, che spesso non venivano notate.
Era bella quando faceva cose insensate e folli per chi non se lo meritava, quando credeva a tutto perché si fidava, anzi perché voleva fidarsi, era bella perché aveva paura di lasciare. Era bella quando soffriva più lei di chi faceva soffrire, perché non sopportava di far male agli altri. Era bella quando inciampava e si faceva male da sola perché non riusciva a controllare il suo corpo, non lo conosceva abbastanza, non lo amava abbastanza.

Era bella quando era forte e non se ne rendeva conto. Quando gridava e aveva quelle sue reazioni eccessive che le persone non capivano ma io sì. Io sapevo che lei voleva solo essere fermata e rassicurata, ma non potevo farci niente, non avrei potuto cambiare le cose.
Era bella quando se ne andava. Quando a testa alta voltava le spalle a chi l'aveva ferita e poi si crogiolava nel vederli soffrire e tornare chiedendo un'altra occasione. Ed era bella, bellissima quando non gliela concedeva.
Era bella quando aveva la forza interiore di evolversi, perché è una cosa rara. Lo faceva in modo meraviglioso, sapevo che come un bruco sentiva il dolore del cambiamento ma riusciva a capire che l'avrebbe resa una farfalla, e non faceva niente per fermarlo. Si reinventava in continuazione ed io mi innamoravo di ogni versione nuova di lei, che in fondo era sempre la stessa.
Lei non riusciva a vedere questa parte di sé come invece la vedevo io. Vedeva solo imperfezione e debolezza in sè stessa.
Ma io lo sapevo che un giorno l'avrebbe capito. Lo sapevo che un giorno si sarebbe amata, che sarebbe stata fiera. Che avrebbe compreso la sua bellezza. 

Ma io non potevo dirle neanche una parola,
e imprigionata dentro quello specchio, speravo solo che quel momento arrivasse presto.